I tempi che mutano trasformano gli uomini, le loro abitudini, i loro ritmi, i loro mezzi, i loro stili di vita, il loro modo di lavorare.
I cambiamenti nel mondo del lavoro a volte sono vere e proprie “rivoluzioni” che spesso imprimono accelerazioni tali da lasciare indietro chi ha dato loro origine: le persone.
Il comparto assicurativo non è certo rimasto immune ai cambiamenti. In particolare con il passaggio, anche nel nostro settore, dalle singole imprese ai Grandi Gruppi, le Direzioni Generali si sono andate concentrando in pochissime città, pur rimando sul territorio numerose sedi operative. La rappresentanza dei Dirigenti assicurativi non può più rimanere ancorata a uno schema organizzativo e di approccio ai problemi inutilmente datato e spesso inefficiente, retaggio di quando le Compagnie erano numerose e avevano le Direzioni Generali in diverse regioni. Non dà più garanzia di efficacia per gli associati che la rappresentanza sia il risultato dell’aggregazione di differenti strutture territoriali, che moltiplicano statuti, presidenti, segretari, consigli, ma è necessaria una struttura centrale ben organizzata, capace di intervenire efficacemente e tempestivamente su Istituzioni e Aziende. Di conseguenza le associazioni territoriali, rappresentanti i Dirigenti, oggi, sono anacronistiche.
Nel contempo anche il mondo del lavoro è profondamente cambiato. Il numero dei Dirigenti si riduce costantemente rendendo più efficiente una rappresentanza forte e centralizzata.
Il cambiamento poi coinvolge anche il ruolo del Dirigente: da un orientamento principale verso conoscenze tecniche, a funzioni di leadership in grado di gestire la “turbolenza” di un mercato e di aziende in costante cambiamento.
Emerge, infatti, la tendenza verso una concentrazione delle competenze tecnico-operative nella figura dei funzionari, mentre il Dirigente riacquista la sua vera funzione di gestore delle strategie e dei cambiamenti che si prevedono, nel futuro, sempre più frequenti. In ultima analisi da manager e gestore ordinato e scrupoloso di strutture tecniche di cui rappresenta la massima competenza, a leader in grado di adeguare continuamente la propria struttura ai cambiamenti imposti dal mutevole contesto, incardinando le strategie dell’impresa.
Ne consegue che la tutela della figura professionale del Dirigente, oltre che riguardare gli aspetti legati al welfare anche per coloro che hanno contribuito alla creazione di valore delle proprie aziende, deve concentrarsi sugli aspetti qualitativi del comportamento organizzativo, in un contesto di carattere più generale, centralizzato e sistemico di quanto non lo fosse in precedenza. Riuscire a gestire innovazione, trasformazione e adeguamento al mercato presuppone poi una costante crescita professionale del dirigente che impatta anche su tutti gli elementi che concorrono a rappresentare il ciclo completo della propria vita lavorativa.
ANDIA nasce dall’esigenza di avere un’associazione “unica” nazionale che riveda completamente la proposta associativa dei Dirigenti per i Dirigenti, sotto tre punti di vista: organizzativo, rappresentativo, negoziale. Organizzativo, basato su due livelli, nazionale e di gruppo assicurativo/impresa assicuratrice; rappresentativo, fondato sul Rappresentante Sindacale Aziendale; negoziale, incentrato su una revisione complessiva del CCNL che salvaguardi welfare e assistenza sanitaria, ma che sviluppi il reale ruolo del Dirigente all’interno delle Aziende.